Il crollo di FTX non rimette in questione i progetti come quello di Lugano, che ambisce a diventare un polo europeo della moneta virtuale.
Intervista al nostro esperto di criptovalute Filippo Moor su RSI Radiotelevisione svizzera.
Il fallimento della piattaforma statunitense FTX ha scosso il mondo delle criptovalute e provocato il crollo del valore di diverse monete virtuali, oltre a lasciare un buco stimato a 8 miliardi di dollari.
Un caso che non rimette però in dubbio i progetti già avviati alle nostre latitudini, anche perché la legislazione svizzera nel campo è più restrittiva, come spiega l’avvocato Lars Schlichting: “Chi tiene in riserva criptovalute di terzi deve rispettare gli stessi requisiti di una banca, ed è quindi molto più sicuro che non vengano usate per altri scopi”. Il crollo non cambia neanche il progetto lanciato da Lugano, che ambisce a diventare un polo europeo della moneta virtuale e vuole educare la popolazione all’uso di questa tecnologia del futuro.
Schlichting sottolinea infatti che anche le anche centrali stanno lavorando all’emissione delle loro criptovalute e in futuro ci sarà anche il franco digitale. Una spinta che Filippo Moor, responsabile delle criptovalute di ONE Swiss Bank, spiega con la volontà degli Stati di limitare l’uso del contante, mezzo tramite il quale non è possibile essere tracciati.